CRONACHE DI UN VETERINARIO
PARTE II
Il dispiacere di una veterinaria.
Ho sempre avuto una particolare passione ed empatia verso gli animali, fin da piccola.
Salvavo gattini che venivano abbandonati per strada. Ho sfamato gatti randagi, curato, preso in carico animali per terapie, senza che nessuno me lo chiedesse.
Provavo un senso di pietà verso questi esseri a cui nessuno prestava attenzione, ma che entravano nei miei pensieri e nelle mie giornate.
In un momento più tardivo, ho adottato con l'aiuto della mia famiglia, il mio cane Eliot, e nel frattempo studiavo per diventare un medico veterinario.
Mai avrei pensato di legarmi così tanto a un cane, e vi assicuro che il legame con lui e la successiva scomparsa ha cambiato la mia visione delle cose. Neanche io con tutti i miei mezzi, sono riuscita a tenerti con me Eliot e adesso, a un anno quasi dalla tua scomparsa, mi manchi tanto.
Mi hai insegnato tante cose, anche con la sola presenza di un altro essere vivente si impara.
Ma soprattutto, adesso guardo i miei pazienti con occhi diversi, comprendendo meglio l'amore verso i propri animali.
Non sottovaluto le loro preoccupazioni, pur mantenendo il distacco proprio di un medico, ormai c'è una parte che mi fa comprendere meglio le loro esigenze.
Anche se le esperienze dolorose migliorano, io vorrei averti ancora qui, ed essere meno consapevole, a volte. E vorrei solo poterti abbracciare di nuovo. Sapessi quanto è dura tornare a casa senza di te la sera.
A presto Eliot, amore di una veterinaria!

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